WeWork: come un’azienda è riuscita a perdere il 90% del valore in 3 mesi

Jun 14, 2022
 
In questo post approfondiamo la nascita e il declino di una Startup che ha saputo in breve tempo diventare uno degli unicorni più grandi di Wall Street e, in un tempo altrettanto breve, sprofondare.

Nascita

L’idea di WeWork nasce nel 2008 quando Adam Neumann e il suo socio in affari, Miguel McKelvey decidono di prendere in gestione un piano vuoto di un edificio a Brooklyn e di dividerlo in piccoli cubetti di vetro da affittare, dandogli il nome di Green Desk.

L’idea ha da subito molto successo e i due soci decidono così di vendere le loro quote di Green Desk al proprietario dell’edificio per spostarsi a SoHo, aprendo il primo spazio di coworking dal nome WeWork.
 
Ascesa 

Le brillanti capacità di Adam Neumann nell’ affascinare gli investitori permettono alla società di decollare in pochissimo tempo.

SoftBank investe nella società oltre 4 miliardi, dando carta bianca ad Adam per gestire i fondi nell’espansione del business.

Tuttavia Neumann, cavalcando l'onda del boom della Silicon Valley, è attirato dall'idea di trasformare WeWork in un gigante della tecnologia e sperimenta così un'app, in stile Linkedin, per i membri di WeWork. App che però non decollò mai.                                

Così tenta di lanciare WeLive, uno spazio di co-living in cui due estranei avrebbero avuto la possibilità di condividere un monolocale arredato e WeGrow, una scuola privata gestita da sua moglie.

Adam, grazie al successo della società, diventa ben presto miliardario. Utilizza un jet privato per gli spostamenti e i suoi uffici sono costantemente animati da party e fiumi di alcool.
 
Nel luglio 2017, dopo un round di investimento, la valutazione della società raggiunge i 20 miliardi di dollari. ‎Più tardi nello stesso mese, viene annunciato che WeWork si sarebbe espansa pesantemente in ‎‎Cina‎‎, con 500 milioni di dollari investiti da SoftBank, ‎‎Hony Capital‎‎,‎ e altri istituti di credito per formare un'entità autonoma chiamata WeWork China.

Declino

Quello che poteva sembrare uno dei principali traguardi che una startup potesse raggiungere, per WeWork ha invece rappresentato l'inizio del declino.

Ad aprile 2019 la società presenta i documenti per procedere alla quotazione in borsa. WeWork in quel periodo era valutata circa $47 miliardi, rendendola la startup con la valutazione più alta di sempre negli Stati Uniti.

I dubbi cominciano però ad arrivare analizzando i numeri della società, procedimento necessario per la sua quotazione.

Vengono infatti a galla i numerosi problemi di un business model che è risultato essere, alla fine dei conti, poco sostenibile.

Si scopre in realtà che la società è in fortissima perdita. Il Wall Street Journal, inoltre, rilascia dei documenti che mostrarono come Neumann avesse liquidato $ 700 milioni delle sue azioni WeWork prima della sua IPO.

La percezione che gli investitori avevano della società era totalmente cambiata: da azienda tech, fu rivalutata a semplice società che "affitta uffici".

Di conseguenza anche i multipli di valutazione sono stati riadattati.

Lo sbarco in borsa viene così inizialmente rimandato, ma le cose continuano a peggiorare.

WeWork viene infine rilevata dal suo più grande investitore, Softbank, che avrebbe successivamente concesso un bonus ad Neumann di oltre 1,7 miliardi di dollari per lasciare la posizione all’interno dell’azienda.

La società passa così a una valutazione di soli 5 miliardi, dai $ 47  di qualche mese prima.
 
La rinascita ?
Nel 2021 WeWork, cercando di cavalcare un anno d’oro per le IPO, decide di tentare nuovamente la via della borsa, tramite fusione con una Spac, con una valutazione di 9 miliardi di dollari. 

La società è comunque ormai quasi totalmente distaccata dalla figura di Neumann e sembra che in tutti i modi stia cercando la via per un nuovo inizio.

Tra gli ultimi obiettivi c’è quello di sviluppare un software da vendere ad altre aziende, chiamato WeWork Workplace.

WeWork Workplace rappresenta uno strumento che consente ad aziende e manager di facilitare attività quali la prenotazione di sale conferenze e uffici per i propri dipendenti, allo stesso modo di come avviene ora per gli uffici di WeWork.

L’ultima trimestrale, riferita al Q1 2022, mostra segnali incoraggianti.

L'occupazione degli spazi di coworking è passata dal 47% al 67% in un anno, non lontano dal livello pre-pandemia del 72%.‎

La società ha inoltre riportato circa 500.000 abbonamenti fisici nell'ultimo trimestre, in aumento del 25% su base annua. Continua tuttavia ad avere un utile negativo.