Wall Street accoglie a braccia aperte l'intelligenza artificiale

Jun 07, 2023

Negli ultimi mesi non si sta parlando d’altro…

Dopo il boom di ChatGPT, che in pochi giorni dal lancio ha battuto tutti i record esistenti, le discussioni sull'AI sembrano non terminare.

Le ricerche su Google per il chatbot più famoso del mondo sono alle stelle…

…e allo stesso tempo anche a Wall Street, dove le aspettative sul futuro sono alla base delle valutazioni attuali, il tema è sulla bocca di tutti.

Basta vedere il prezzo delle azioni Nvidia, uno dei principali player in questo campo, per capire quanta attenzione ci sia attorno a questo fenomeno.

Non è quindi un caso che da inizio anno gran parte della sovraperformance dell'S&P 500 sia stata trainata da solo una manciata di titoli, legati proprio all'intelligenza artificiale. Il rendimento medio dei primi cinque titoli dell'indice è stato superiore al 60%.

Quello dei restanti 495?

ZERO…

Analizzando le trimestrali della prima parte dell’anno si nota che ben 110 aziende hanno citato il termine "AI" durante la loro conference call.

Un dato record che ha coinvolto tutti i settori e in particolare quello dei Communication Services e Technology.

Oltre a parlare di intelligenza artificiale cosa ci dobbiamo portare a casa dal primo trimestre dell’anno e cosa dovremo invece aspettarci dai prossimi mesi?

Del 99% delle aziende del S&P 500 che hanno pubblicato i risultati fino ad ora (quindi praticamente tute), il 78% ha riportato un EPS superiore alle stime.

Di seguito uno spaccato dell’andamento dei vari settori.

Per quanto riguarda il fatturato, il 75% delle aziende ha avuto ricavi superiori alle proiezioni di Wall Street.

Complessivamente gli utili sono diminuiti del -2,1% annuo mentre i ricavi sono invece aumentati del +4,1%.

Osservando nel dettaglio il dato, si può notare come la crescita non sia stata omogenea per tutte le società.

Nello specifico, solo nelle aziende per cui più del 50% del fatturato è rappresentato dal mercato americano si è registrato un aumento sia nei ricavi che negli utili.

Questo è sicuramente un sintomo di come l’economia globale abbia già subito un rallentamento.

Guardando ai prossimi mesi, il 60% delle società ha rilasciato una guidance negativa.

Ma cosa dicono gli analisti?

Ecco un po’ di dati:

  • Per il secondo trimestre si prevede un calo degli utili del -6,4% e un calo dei ricavi del -0,3%. 
  • Per Q3 una crescita degli utili dello 0,9% e dei ricavi dell'1,2%. 
  • Per Q4 una crescita degli utili dell'8,3% e dei ricavi del 3,5%. 
  • Infine, per il 2023, ci si aspetta una crescita degli utili dell'1,2% e dei ricavi del 2,4%. 

Quello che si può evincere da queste stime è che il bottom degli utili dovrebbe arrivare con il Q2 e da lì poi ripartire.

Questo è un dato importante in quanto storicamente il bottom del mercato azionario tende ad anticipare il minimo degli utili. 

Ad ogni modo, come abbiamo visto, l'interesse di Wall Street è tutto rivolto all'intelligenza artificiale, mentre il tema “inflazione” scompare via via dalle trimestrali.

Lo stesso vale anche per l'argomento recessione, che sembra ormai essere un lontano ricordo…

Cosa andrà quindi monitorato nei prossimi mesi?

In primis, andando incontro al periodo estivo, cruciale per molte aziende, andrà valutata la domanda dei consumatori.

Inoltre, a differenza di quanto stanno facendo le aziende, non dobbiamo scordarci della recessione e dell'inflazione.

Seppur ultimamente trascurati dalla narrativa per dare invece spazio all'intelligenza artificiale e ai rischi sul rialzo del tetto del debito, questi due indicatori rimangono al centro degli obiettivi della Fed.

Una ripresa dell’inflazione o un rallentamento economico più veloce del previsto potrebbero riaccendere la volatilità sui mercati.

Infine, anche se ormai sembra essere passato un secolo dal caso Silicon Valley Bank e Co., non dobbiamo dare per scontato che le problematiche bancarie siano finite.

L'ultimo aggiornamento della FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation) mostra che il numero di banche nella “Problem Bank List” è aumentato e sono anche aumentate le attività totali detenute da questi istituti in difficoltà.

Si nota inoltre un calo dei depositi per il quarto trimestre consecutivo.

Insomma, nonostante i mercati siano usciti dal territorio di bear market, crescendo di oltre il 20% dai minimi di inizio ottobre e nonostante la volatilità sia a valori bassi, ci sono diversi fattori che ci suggeriscono che non è ancora tempo di abbassare la guardia.