Vertical Farming

May 25, 2022
 
Il prezzo del cibo è alle stelle, le interruzioni alle catene di approvvigionamento continuano ad aumentare e i raccolti sono sempre più influenzati dai cambiamenti climatici.

In una situazione del genere da diversi anni ha preso sempre più spazio l’agricoltura indoor, sviluppata in ambienti controllati che sfruttano la luce artificiale, affinché sia la tecnologia e non la natura a controllare i fattori di crescita.

Il settore è in forte sviluppo ma non mancano le sfide, tra cui i costi elevati per l'energia, le limitazioni tecnologiche e la capacità di scalare la produzione per mantenere bassi i costi.‎

Entriamo subito nel vivo del Focus.

Con Vertical Farming, o Agricoltura verticale, si intendono tutte quelle tipologie di coltivazioni indoor che possono essere sviluppate per 12 mesi all’anno e non sono quindi soggette alle fluttuazioni stagionali causate da pioggia, luce solare o temperatura.

Inoltre, questa tipologia di colture non utilizza pesticidi, e quindi elimina il deflusso che può danneggiare la fauna selvatica e la qualità del suolo.
Lo skyfarming, così chiamato perché spesso le colture sono sviluppate su ampi grattacieli verticali, fa uso di una serie di tecniche estremamente ecosolidali, quali idroponica, aeroponica e acquaponica.

Dati

Mentre la popolazione mondiale si avvicina ai 9 miliardi entro il 2050, sarà necessario aumentare l'approvvigionamento alimentare del ‎‎70%. L'agricoltura verticale o idroponica potrebbe rappresentare una potenziale soluzione.

Le colture verticali, inoltre, possono ridurre il consumo di acqua fino al 90% grazie al ricircolo. Quest'ultimo, costituirebbe un enorme vantaggio, considerando che le tradizionali coltivazioni rappresentano il ‎‎70%‎‎ del consumo globale di acqua. 

Secondo Research And Markets.com l’agricoltura verticale dovrebbe raggiungere i $ 9,7 miliardi in tutto il mondo entro il 2026.
 
PitchBook, società che fornisce dati e ricerche sui mercati privati, riferisce che nel 2020, in piena pandemia, sono stati investiti nell'indoor farming ben 1,86 miliardi di dollari. La tendenza ha poi accelerato nel 2021: nel periodo agosto 2020 - agosto 2021, gli investimenti hanno totalizzato 2,71 miliardi.

Criticità

Il settore rimane in gran parte non redditizio e di piccole dimensioni. L'agricoltura verticale occupa l'equivalente di 30 ettari di terreno in tutto il mondo, rispetto alla coltivazione all'aperto che copre ben circa 50 milioni di ettari. Parliamo di non più dello 0,00006%.

Si tratta di un settore ancora giovane ed è probabile che molte imprese inefficienti possano fallire.

Come ha sottolineato David Farquhar, esperto nell'ambito, intervistato dal Financial Times: ‎"La mia grande paura per questo settore è che avremo alcuni grandi fallimenti".

Le società

‎AppHarvest (APPH) è una delle startup di vertical farming più conosciute negli Stati Uniti. È stata la prima società del settore a quotarsi in borsa all’inizio del 2021 tramite SPAC.

L'azienda costruisce e gestisce alcune delle più grandi fattorie indoor high-tech del paese, progettate per coltivare prodotti non OGM e privi di pesticidi.

La società si aspetta vendite per il 2022 da $ 24 a $ 32 milioni, il titolo in borsa ha perso oltre il 30% da inizio anno.

Anche altre aziende nel settore hanno subito grossi ribassi. Hydrofarm, azienda che produce attrezzature e forniture per il mercato dell'agricoltura indoor, da inizio anno perde circa l’80%. Kalera, società che con i suoi prodotti sta già servendo oltre 1.200 negozi negli Stati Uniti, è in ribasso del 55%.

Poi ci sono tante altre piccole start up che operano nel settore.

Solo per citarne due: Bowery valutata 2,3 miliardi di dollari e Plenty, società in cui Walmart ha investito prendendo parte ad un round di finanziamenti da 400 milioni di dollari.

Il settore sta via via sviluppandosi anche in Italia, dove sono operative diverse vertical farm, tra cui Planet Farms, una delle più grandi in Europa con sede alle porte di Milano, e gli impianti aeroponici di Agricooltur e FruitHydroSinni.