Su cosa concentrarsi se la Fed dovesse tagliare i tassi di interesse?

Apr 05, 2023

Quelle appena concluse sono state settimane molto intense sui mercati, con diversi eventi che hanno generato non poca volatilità, soprattutto su un mercato, quello obbligazionario.

Osservando proprio quest'ultimo, si osserva come gli investitori stiano cercando di anticipare un eventuale taglio dei tassi da parte della Fed già nel corso del 2023. 

C’è solo un problema: la Banca Centrale ha un'altra visione della situazione e non prevede nessuna riduzione nell’anno.

Però, nel caso in cui si sbagliasse, quali asset potrebbero performare bene durante un periodo in cui indebitarsi diventa meno oneroso?

Scopriamolo in questo focus!

Da inizio anno il mercato ha cercato di anticipare diversi scenari tra di loro molto contrastanti.

Dopo l’ultima riunione della Fed, in cui sono stati alzati i tassi di ulteriori 25 punti base e dopo i vari crash di alcune banche, che hanno messo in bilico la stabilità finanziaria, i mercati hanno cominciato a posizionarsi facendo un’ulteriore “scommessa”.

Gli investitori stanno ora cominciando a scontare un primo taglio dei tassi già nel corso del 2023. 

Di idea diversa è invece la Banca Centrale statunitense, che nelle sue ultime proiezioni non vede nessuna riduzione dei tassi nel corso dell'anno.

Nonostante ciò si aspettano una crescita del solo +0,4% per il 2023.

Viste le attuali proiezioni molto positive per il PIL del primo trimestre stimate dalla Fed di Atlanta, secondo cui la crescita economica sarà del + 2,5%, l’outlook della Fed indica che nei trimestri successivi dovremmo vedere un forte calo della crescita economica per raggiungere tale stima.

Come puoi ben capire Powell & Co. si trovano quindi in una situazione molto complicata.

Se infatti Paul Volcker nel 1980 riuscì a sconfiggere l'alta inflazione solo attraverso profonde recessioni mentre successivamente, nel 2008, Ben Bernanke, l'allora numero uno della Fed, riuscí a disinnescare una crisi bancaria con molte difficoltà. Oggi Jerome Powell ha il compito di fare entrambe le cose e preferibilmente senza causare pesanti danni per l’economia.

Un’impresa non facile…

Ad ogni modo, se i mercati dovessero avere ragione e se il picco dei tassi dovesse davvero essere dietro l’angolo, diverse asset class hanno storicamente dimostrato di comportarsi bene durante questo scenario.

Partiamo dall’obbligazionario

Dal momento che tassi e prezzo dei bond si muovono in maniera opposta, è chiaro che un possibile taglio da parte della Fed potrebbe continuare a dare una spinta al mercato del reddito fisso

Questo accadrebbe in un contesto come quello attuale, in cui se l’inflazione dovesse continuare a scendere, avere in portafoglio delle obbligazioni ai tassi attuali potrebbe permettere di generare ritorni reali positivi nel corso degli anni a venire.

Attualmente, infatti, i tassi di interesse reali a 10 anni, intesi come differenziali tra l’inflazione attesa nella prossima decade e il rendimento dei treasury a 10 anni, sono circa pari all’1%.

Inoltre, se la Fed si dovesse trovare costretta a tagliare i tassi, vorrebbe dire che le preoccupazioni di una recessione sono molto alte.

Durante i periodi di instabilità finanziaria, l’oro si è dimostrato essere un porto sicuro in cui rifugiarsi.

Che dire invece dell’azionario?

Partiamo dal settore tecnologico, dove colossi del calibro di Apple e Amazon potrebbero giovare di un'eventuale riduzione dei tassi di interesse. Questo perché possono accedere al debito per fare nuovi investimenti e quindi crescere più velocemente a un costo minore.

Inoltre, proprio per come è basato il modello di calcolo con cui si cerca di determinare il valore di un’azienda ad alta crescita, tassi più bassi permettono di ottenere valutazioni più alte

Oltre al tech, in una situazione di rallentamento economico, i settori difensivi hanno storicamente ottenuto delle buone performance.

Stiamo quindi parlando dei titoli legati ai beni di consumo e alla sanità.

Dobbiamo inoltre considerare che dopo la fine del rialzo dei tassi da parte della Fed, il mercato non ha mai una direzione chiara, come possiamo vedere da questa foto, anche se mediamente l'andamento è al rialzo.

Molto infatti dipenderà da un eventuale taglio dei tassi, evento spesso associato a una recessione.

Dal 1970 ci sono stati nove casi in cui la Fed ha tagliato significativamente il tasso dei Fed Funds. Il drawdown massimo medio dall'inizio di ciascun periodo di riduzione dei tassi al minimo di mercato è stato del 27,25%.

Va però anche considerato che il mercato ha già registrato un discreto calo durante il periodo di restringimento della politica monetaria in corso.

Infatti, se il calo medio durante i cicli di rialzo dei tassi è dell'11,50%, l’indice S&P 500 ha invece già registrato un ribasso di quasi il 25%. 

In conclusione, anche se gli investitori suggeriscono che il picco dei tassi sia con buone probabilità dietro l’angolo, molto dipenderà da cosa accadrà dopo: un taglio repentino dei tassi causato dalla recessione o un periodo di pausa in cui Powell e Co. fanno un passo indietro e osservano come reagirà l’economia?