Michael Burry scommette sul crollo del mercato azionario

Aug 23, 2023

Siamo entrati nel periodo dell’anno in cui gli investitori che hanno più di $ 100 milioni di asset in gestione sono tenuti a rivelare le loro partecipazioni azionarie alla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti. 

Il deposito riflette però solo ciò che i fondi detenevano alla fine del trimestre precedente, non necessariamente come appaiono oggi i portafogli. 

Tuttavia, molti investitori lo vedono come un momento per avere un'idea di come i principali gestori di fondi si stanno muovendo nei mercati.

Tra le recenti rivelazioni spicca la posizione ribassista presa da Michael Burry contro il mercato azionario statunitense. La sua società, Scion Asset Management, ha infatti acquisito 20.000 opzioni put sull'ETF SPDR S&P 500 e altrettante opzioni contro il Nasdaq Invesco QQQ Trust.

Il valore nozionale di questi contratti al 30 giugno era di $ 1,6 miliardi.

Va però tuttavia precisato che questo valore non indica il capitale messo a rischio. Infatti, nel caso in cui le opzioni non venissero esercitate, il danno sarebbe limitato al premio pagato per acquisirle. 

Inoltre, rimane l’incognita sul fatto che queste operazioni possano solamente servire come copertura per altre posizioni ribassiste non dichiarate, poiché i documenti depositati riguardano unicamente le posizioni long.

Infine, non sappiamo neanche se Burry abbia già chiuso queste eventuali posizioni.

Insomma, ci sono tante incognite su queste posizioni al ribasso prese da Burry. Tuttavia, queste non sono state le uniche movimentazioni dell’investitore noto, non a caso, per il film “The Big Short”.

Il fondo di Burry ha infatti anche apportato significative modifiche alle proprie partecipazioni nella società cinese di e-commerce JD.com e Alibaba , nonché in banche regionali tra cui PacWest e Western Alliance Bancorp, su cui aveva investito nel primo trimestre.

Tra le posizioni long invece, il fondo ha più che raddoppiato la sua quota nella società di beni di scambio di lusso RealReal, che è cresciuta di quasi il 100% dall'inizio dell'anno, e ha aggiunto nuove quote in iHeartMedia, HanesBrands e Warner Bros. Discovery.

Di seguito un recap delle posizioni aggiunte e vendute da Burry.

Guardando invece il portafoglio e le movimentazioni di Warren Buffett si nota come l’investitore 92enne stia credendo sempre meno nel settore automobilistico, dimezzando la sua partecipazione in GM da 40 milioni di azioni a 22 milioni. 

Poco tempo fa Buffett aveva ridotto le azioni detenute in un altro produttore di automobili, l'emergente cinese Byd, incassando circa 4 miliardi di dollari a più riprese.

La Berkshire Hathaway sta invece puntando sulla ripresa del mercato immobiliare statunitense, acquistando più di 726 milioni nel costruttore DR Horton.

Tra le altre operazioni degne di nota, Buffett ha venduto la maggior parte delle azioni detenute in Activision Blizzard.

L’investitore ha infine ceduto circa 9,2 milioni di azioni possedute in Chevron, mentre nel settore energetico ha rafforzato la posizione in Occidental Petroleum, con oltre 12 milioni di azioni.

Alla fine del secondo trimestre, le partecipazioni di Buffett comprendevano 49 titoli, valutati complessivamente $348,19 miliardi. Al primo posto c'era Apple, con una quota dominante del 51%, seguita da Bank of America all'8,5% e American Express al 7,6%.

Guardando al mercato nella sua totalità, secondo Bloomberg, gli investitori istituzionali hanno aumentato le loro partecipazioni in Meta, aggiungendo 5,7 milioni di azioni durante il trimestre, per un valore di mercato di $ 6,7 miliardi. 

Meta è infatti il titolo più acquisito dagli hedge fund durante il periodo.

Inoltre, con una mossa all’apparenza contraria a quella di Burry, gli investitori istituzionali hanno rafforzato le loro posizioni in Microsoft e Apple, alimentando il rally che ha spinto al rialzo il mercato negli ultimi mesi.

A livello settoriale, i titoli tech hanno rappresentato il 28% delle posizioni nel portafoglio degli investitori istituzionali nel corso del trimestre, a seguire le aziende legate all’assistenza sanitaria con il 16%.

Gli investimenti nel settore energetico hanno invece subìto il calo più significativo.

In conclusione, possiamo dire che la visione non del tutto rosea dipinta dai portafogli di Buffett e Burry si stia riflettendo nel recente calo dei listini.

L’indice S&P 500 ha infatti perso oltre il 5% nelle ultime 3 settimane. Viene ora da chiedersi: i timori di una delle recessioni più acclamate della storia stanno tornando a far scendere i mercati o si tratta solamente di un ritracciamento prima di un’altra spinta al rialzo?