L’india potrebbe diventare una delle più grandi economie al mondo?
Sep 07, 2022La crescita dell'India come una delle più potenti economie del mondo è arrivata molto rapidamente, considerando che è diventata una repubblica federale solo nel 1950.
Nel 1951, il paese era considerato relativamente impoverito rispetto al mondo occidentale: contava infatti ben 361 milioni di persone, un reddito pro capite di soli 64 dollari e un tasso di alfabetizzazione del 17%.
Nel 1990, India e Cina, per quanto riguarda il PIL e il reddito medio, erano pressoché allo stesso livello.
Entrambe da allora hanno spinto sull’acceleratore, ma la Cina di più.
L'India dal 1990 ha visto il PIL crescere di dieci volte, arrivando a $ 3,2 trilioni e il reddito medio pro capite è aumentato di oltre cinque volte, attestandosi ora a $ 2200.
Nel 2021, la popolazione indiana è cresciuta a 1,2 miliardi e l'alfabetizzazione è salita al 74%.
Inoltre, la forte cultura imprenditoriale del paese è un altro punto di forza.
Negli ultimi dieci anni, quasi 800 titoli dei mercati emergenti sono aumentati del 500%, raggiungendo un valore di mercato di oltre 1 miliardo di dollari. Di questi, più di 150 sono indiani, dietro solo alla Cina. Il numero di miliardari indiani è aumentato lo scorso decennio da 55 a 140 ed è ora il terzo più alto dopo Stati Uniti e Cina.
Le prime 10 società indiane
Di seguito sono riportate le prime 10 aziende per capitalizzazione.
Le prime due, ovvero Reliance Industries e Tata Group, sono due enormi conglomerati.
Reliance è nata come azienda di produzione tessile per poi svilupparsi nell’ambito petrolifero. Ora il conglomerato ha anche partecipazioni in produttori petrolchimici, in negozi di vendita al dettaglio, in telecomunicazioni e mass media. Tutto ciò ha reso il suo presidente e maggiore azionista, Mukesh Ambani, la persona più ricca in Asia con un patrimonio netto di $ 100 miliardi.
Tuttavia, il più grande conglomerato indiano è attualmente Tata Group, con oltre 25 filiali nel settore IT, aerei, alimenti e industriali. Tata Motors è il più grande produttore di veicoli dell'India e il proprietario della sudcoreana Daewoo e della britannica Jaguar Land Rover.
Andando oltre le prime due posizioni, notiamo una forte concentrazione di società finanziarie.
In totale, queste costituiscono 5 delle 10 più grandi aziende indiane. Oltre a HDFC, troviamo ICICI Bank (che ha anche filiali nel Regno Unito e in Canada), la società di prestiti commerciali Bajaj Finance e State Bank of India, la prima banca nazionale del paese.
L'India è anche una potenza agricola, nonché il più grande produttore mondiale di latte e il secondo di tè, anche se la maggior parte di quest'ultimo copre perlopiù il fabbisogno interno.
L'agricoltura rappresenta circa il 18,1% del PIL del paese, al terzo posto dopo i servizi, al 55,6%, e il settore industriale, al 26,3%.
L'andamento dei mercato indiano
Lo S&P BSE Sensex, indice composto dai 30 titoli maggiormente negoziati alla Borsa di Bombay, negli ultimi 5 anni ha ottenuto un rendimento del +85%, a fronte del +58% ottenuto dall’indice S&P 500.
Sorte simile per il NIFTY 50, indice contenente le 50 maggiori società indiane quotate alla Borsa nazionale, che ha ottenuto rendimenti del 18% più alti rispetto all’S&P 500.
In conclusione, le stime di crescita per i prossimi anni continuano ad essere sorprendenti. Secondo il The Economist, l'India crescerà a un tasso medio annuo del 7-8% nel prossimo decennio e diventerà la terza economia più grande entro il 2030.
Anche l’aspetto demografico è una chiave fondamentale da sottolineare per la crescita del paese. L'ONU prevede, infatti, che la popolazione indiana sarà di 1,64 miliardi nel 2050 e riuscirà a superare quella cinese.
Noi di Analitica riteniamo sia sempre importante monitorare anche i mercati di cui non sentiamo quotidianamente parlare, come, ad esempio, proprio quello indiano. Buone opportunità di investimento possono infatti essere trovate anche lì.