Che fine hanno fatto le Spac?

Sep 28, 2022

Negli scorsi due anni le Special Purpose Acquisition Company (Spac) hanno rappresentato il simbolo dell'effervescenza del mercato azionario.

Nel corso dell’ultimo anno, esattamente un po’ com’era successo dopo il boom delle Ipo, che ha caratterizzato il 2000, il numero di nuove Spac è crollato. Fino a diventare un fenomeno in via di estinzione.

Che cosa sono le Spac?

La SPAC, Special Purpose Acquisition Company, è un veicolo di investimento costituito da un team di promotori, che ha il fine di raccogliere capitali sul mercato attraverso la quotazione in Borsa.

Una volta che la quotazione (IPO) è avvenuta, i capitali raccolti vengono destinati all'acquisizione di una società target, ovvero una società privata, attraverso la cosiddetta Business Combination.

Come puoi ben capire la SPAC, definita anche società ad assegno in bianco, diventa per un'azienda non ancora quotata un ingresso facilitato ai mercati finanziari, sia per le sue tempistiche (più veloci) sia per via dei costi e di tutti gli aspetti burocratici più snelli a cui dovrà sottostare.

Inoltre, un altro vantaggio è che le società non quotate possono presentare una guidance prospettica sui ricavi con un orizzonte di 5-10 anni, il che sicuramente gioca a loro favore in quanto "nuove" sul mercato.

Nel caso di un’IPO tradizionale invece, le aziende hanno la possibilità di condividere i propri dati finanziari passati, ma non possono entrare in proiezioni finanziarie dettagliate con un orizzonte temporale così ampio.

Un recente studio, che analizza le proiezioni di crescita emesse dalle  Spac dal 2004 al 2021, mostra proprio come le stime di crescita dei ricavi di queste ultime siano in media circa tre volte superiori rispetto a quelle rilasciate dalle società che hanno completato un'IPO tradizionale.

Tutti questi fattori hanno fatto sì che nel 2021 su 1000 IPO, 600 erano di Spac.

I nuovi problemi

Questo accadeva circa un anno fa… oggi invece la situazione è capovolta. 

Il crollo delle Spac è in parte legato all’aumento dei tassi e in generale alla debolezza del mercato azionario.

Oltre a questi motivi, ci sono le nuove normative che potrebbero essere introdotte dalla Sec, l’organo di controllo del mercato azionario statunitense.

I regolatori statunitensi stanno infatti proponendo delle riforme che limiterebbero la capacità delle società oggetto di Spac di fare proiezioni di performance molto più rosee di quelle consentite da una IPO tradizionale. Con l'introduzione di queste nuove regole, le banche che sottoscrivono e seguono le operazioni diverrebbero potenzialmente responsabili di ‎‎errori riguardanti le società ad “assegno in bianco”.‎

Una dopo l’altra le banche stanno infatti via via uscendo da un business che, finché ha retto, è stato molto redditizio.

‎Secondo i dati rilasciati dal London Stock Exchange Group, nel 2020 e nel 2021 i primi cinque sottoscrittori di Spac, tra cui Citi, Goldman e Credit Suisse, hanno guadagnato circa 1,7 miliardi di dollari da tali operazioni.

Ma come possiamo vedere dal grafico, sembra proprio che ora questo trend si sia invertito.

Goldman Sachs, che l'anno scorso si è posizionata come uno dei più grandi sottoscrittori nel mercato, seconda solo a Citigroup, ‎‎ha messo in pausa le nuove offerte di Spac ‎‎e non sta più lavorando con molte Spac che ha contribuito a rendere pubbliche.‎ 

Anche Citi e Bank of America hanno adottato un approccio più cauto. 

Le Spac, secondo gli ultimi dati rilasciati sempre dal LSEG, nel corso del 2022 hanno raccolto $ 12,7 miliardi, una piccola frazione dei $ 166 miliardi del 2021. Sono state inoltre completate poco più di 50 operazioni di Business Combination, in calo rispetto alle 226 del 2021.‎

Di conseguenza svariati accordi di Spac si stanno via via interrompendo. Da inizio anno sono 42 le combinazioni che sono state annullate, per un valore complessivo di circa $ 4,3 miliardi.

Che dire delle performance?

L'indice De-SPAC, un paniere di azioni di società che hanno completato la combination, è sceso del 67% nell'ultimo anno.

Come per tutti gli investimenti ad alto rendimento, l’altra faccia della medaglia è un alto rischio. Le Spac sono l’esempio perfetto.

Delle 375 aziende che sono diventate pubbliche fondendosi con una Spac negli ultimi cinque anni, solo 34 (ovvero meno del 10%) hanno sovraperformato l'indice S & P 500 negli ultimi 12 mesi.

Come si può osservare, in questo caso più che mai è necessaria massima abilità nello scegliere il cavallo vincente.

La situazione critica nel mondo Spac penso possa essere rappresentata da ICR. Società di consulenza che fino a poco tempo fa ha lavorato su oltre 100 accordi di Spac che ha ora annunciato un nuovo servizio che si dedicherà ad aiutare sempre le Spac, ma questa volta però nel processo di liquidazione.

Anche Chamath Palihapitiya, uno dei maggior sostenitori delle SPAC, tanto da essere definito il “Re delle Spac”, ha dichiarato che sta liquidando due dei suoi veicoli d’investimento e restituendo più di $ 1,5 miliardi agli investitori dopo non essere è riuscito a trovare obiettivi di acquisizione.