Inflazione: l’importanza dell’aspetto psicologico

Apr 21, 2022

Se hai meno di 40 anni sicuramente non ti sei mai confrontato con un'inflazione così alta.

cittadini europei, come d’altra parte quelli statunitensi, stanno affrontando un aumento dei prezzi che non si osservava dagli anni '80.

Solo per dare un po' di numeri: nell’Eurozona, l’ultimo dato rilasciato segna un rialzo dei prezzi al consumo del + 7,4%, confrontato con lo stesso periodo di un anno fa.
Negli Stati Uniti, invece, il CPI (Consumer Price Index) nel mese di Marzo ha registrato un incremento annuo del +8,5%.

Come mostra il grafico di seguito, l'impennata dei prezzi sta incidendo negativamente sul sentimento dei consumatori, sceso a livelli che non si registravano da oltre 10 anni.

Non a caso, la percentuale di americani che si aspetta di trovarsi in una situazione peggiore da qui ai prossimi 12 mesi, finanziariamente parlando, ha raggiunto il livello più alto in almeno nove anni.‎

Nonostante ciò, i consumatori non hanno tagliato le loro spese, o almeno, non ancora.

Questi dati, insieme al mercato del lavoro sempre più ristretto, all'aumento dei salari e a stime sui prezzi futuri ancora in crescita, potrebbe‎‎ far sì che l’inflazione diventi una sorta di profezia che si autoavvera. ‎

Questo perché pensare all’inflazione provoca spesso ancora più inflazione.

Lascia che ti spieghi.

Con l’inflazione in continua crescita e stime per il futuro ancora al rialzo, i consumatori cercheranno di anticipare i loro acquisti per evitare ulteriori aumenti dei prezzi nei mesi a venire.

Mi serve un nuovo televisore? Meglio comprarlo ora perché tra un paio di mesi potrebbe costare ancora di più.

L’aumento della domanda produrrà inevitabilmente ulteriori pressioni su un'offerta che è già scarseggiante.
Infine, le aziende, a loro volta, trasferiranno i maggiori costi sostenuti sui consumatori finali e così ricomincia il giro.
 
Come si può ben capire, si entra in una sorta di vortice che si autoalimenta, senza via di uscita.

‎In altre parole questo fenomeno‎‎ si verifica quando:‎

  • ‎I lavoratori chiedono aumenti di stipendio per‎‎ proteggersi dal rialzo dei prezzi che stanno affrontando.‎
  • ‎I consumatori accelerano gli acquisti di beni‎‎ per evitare prezzi più alti in futuro.
  • ‎Le aziende incrementano i cartellini dei loro prodotti e servizi‎‎ dopo aver previsto un aumento dei costi e una forte domanda dei consumatori.‎

Questo è esattamente ciò che è accaduto durante l’ultima epoca inflazionistica iniziata nel 1965 e terminata nel 1982: l'inflazione attesa divenne una profezia che si autoavverava.
Un confronto più appropriato con i giorni odierni potrebbe essere fatto con i cinque-dieci anni precedenti a quel periodo, quando l'inflazione non aveva ancora raggiunto livelli di crisi.

In quegli anni, i funzionari del governo dichiaravano di avere gli strumenti politici per poter invertire l'inflazione: ti ricorda qualcosa?

È esattamente quello che i politici e banchieri affermano tuttora.

Tuttavia, le politiche di allora delusero ripetutamente le aspettative.

Nixon per primo fallì nel tentativo di fermare la psicologia inflazionistica, istituendo controlli sui salari e sui prezzi. Il suo successore, Gerald Ford, organizzò la campagna Whip Inflation Nowsollecitando abitudini di spesa disciplinate e risparmi personali. Anche in questo caso, però, la strategia attuata non portò ai risultati sperati.

Questo ciclo di inflazione, iniziato nel 1965, non terminò fino ai primi anni '80, con l'arrivo di Volcker.

Per placare l'inflazione, infatti, l'allora presidente della Federal Reserve, Paul Volcker, aumentò i tassi di interesse da circa il 10% al 20% in soli sei mesi, facendo crollare l'economia in una recessione.

Sono infatti in molti a vedere somiglianze tra il periodo di stagflazione, ovvero una situazione di bassa crescita e alta inflazione, che ha caratterizzato gli anni 70-80, e il periodo a cui potremmo andare incontro nei prossimi mesi.

Non ci rimane che osservare se questo scenario si verificherà nuovamente.