Inflazione: il peggio è passato?

Jul 19, 2023

L'inflazione sta rallentando ei tassi di crescita prossimi alla doppia cifra che abbiamo visto nell’ultimo anno sembrano ormai essere un lontano ricordo. Possiamo quindi dire che l’emergenza è definitivamente finita?

Forse sì, anche se un rialzo dell’inflazione non è un'ipotesi da trascurare, come non lo è il fatto che possa rimanere ai livelli attuali per più tempo del previsto.

In questi possibili scenari come si potrebbe comportare il mercato?

Prima di arrivare a ciò, facciamo prima un piccolo passo indietro…

In soli due anni, da maggio 2020 a giugno 2022, abbiamo visto il tasso di crescita annuo dell’inflazione negli Stati Uniti balzare dal quasi lo 0% ad oltre il 9%.

Con qualche mese di ritardo anche in Europa si è osservato qualcosa di simile.

Quali sono i motivi di questa impennata dei prezzi nel 2020 e 2021?

In maniera abbastanza generale possiamo ricondurli a questi due fattori:

  • Una forte e improvvisa ripresa della domanda post pandemia;
  • Una catena di approvvigionamento rallentata.

Cos' è successo poi?

Da allora hanno preso il via le politiche monetarie restrittive di Fed e Bce, con cui abbiamo a che fare ancora oggi. 

I tassi di interesse sono arrivati a toccare in pochi mesi oltre il 5% negli Stati Uniti e il 3% in Europa.Ed eccoci arrivati ai giorni nostri, con l’inflazione che ha toccato il picco e ha cominciato a scendere, sia in Europa che negli Stati Uniti.Il peggio è passato?

A vedere i dati sembrerebbe proprio di sì. 

Nonostante alcune componenti, come ad esempio l'inflazione Core (che esclude dal paniere del calcolo beni più volatili come cibo ed energia) siano più restie a scendere, possiamo dire che il trend è quello giusto.Anche l’ultima lettura rilasciata la settimana scorsa mostra un tasso di crescita annuo per giugno del 3%, in decelerazione rispetto al 4% di maggio. 

Ma cosa aspettarsi da qui in avanti?

Proviamo ad analizzare e a fare delle considerazioni sui 3 possibili scenari.

  • L’inflazione continua a scendere e rientra nel target del 2%. 

In questo primo scenario, la Fed avrebbe raggiunto il suo obiettivo di riportare la crescita dei prezzi nel target del 2% annuo.

A prima vista potrebbe sicuramente sembrare una situazione positiva, rimane però da monitorare la questione recessione

Questo perché per far sì che i prezzi calino a questi livelli in breve tempo si dovrà assistere ad un calo della domanda, che potrebbe far entrare l’economia in una recessione più o meno grave.

  • L'inflazione rimane ai livelli attuali

In questo secondo scenario l’inflazione rimane più appiccicosa del previsto, non schizza nuovamente verso il 10% ma non torna neanche velocemente al target del 2%.

Questa è la situazione che la Fed sembra stia cercando di evitare proprio ora. 

Infatti, a fronte di un mercato del lavoro ancora resiliente, la decisione di Powell e Co. di mantenere i tassi di interessi oltre il 5% per altri mesi, con possibili ulteriori rialzi, sembra sia stata attuata proprio per scongiurare questo evento.

  • L’inflazione torna a salire

Quest'ultimo scenario potrebbe trovare diverse somiglianze con quanto successo tra gli anni 70’ e 80’, seppur esistano notevoli differenze con  ciò che successe allora.

In quel periodo si è assistito ad una esplosione iniziale dell'inflazione, in parte a causa di una politica fiscale e monetaria eccessivamente accomodante alla fine del 1960. 

A ciò ha fatto seguito una campagna di rialzi dei tassi e una conseguente recessione, che hanno portato a un calo dell'inflazione.

Quando il peggio sembrava essere passato, a metà degli anni 70’, l’inflazione è invece nuovamente aumentata, spingendo l’allora presidente della Fed, Volcker, ad alzare nuovamente i tassi di interesse oltre il 15%.

Ipotizzando un paragone con quegli anni, attualmente ci troveremmo nel secondo dei 3 “atti”, in cui i prezzi stanno scendendo e il peggio sembra essere passato…

In un possibile scenario di inflazione che rimane alta, diventa fondamentale monitorare l’indice S&P 500 in termini reali.

Quali sono i fattori da monitorare che potrebbero farci rientrare in uno o in un altro scenario?

Sicuramente il mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione continua a rimanere a valori estremamente bassi, rendendo difficile per le aziende attirare i lavoratori se non aumentando i salari.

Con la stagione degli utili di Q2 appena iniziata, un occhio di riguardo andrà dato ai margini di profitto delle aziende. Se dovessero continuare a rimanere elevati o addirittura crescere, questo potrebbe essere un sintomo che le aziende non stanno avendo grossi problemi a far ricadere sui consumatori finali gli aumenti dei prezzi.

In conclusione, ovviamente nessuno può sapere a che punto sarà l’inflazione nei prossimi mesi e soprattutto in quale di questi scenari rientreremo. 

Come abbiamo visto negli scorsi anni, anche coloro che fanno questo lavoro spesso si trovano in difficoltà nello stimare il futuro andamento dei prezzi.

Ti ricorderai per esempio quando la Fed descriveva l’attuale inflazione come "transitoria".

Proprio per queste ragioni la cosa migliore che si possa fare è quella di basarsi sulle probabilità e avere una strategia di investimento solida e ben definita da seguire.