Il rublo russo batte ogni aspettativa

Jun 29, 2022

La valuta con le migliori prestazioni da inizio anno (ad ora) è…

Il rublo russo.

Strano ma vero, nel 2022 la valuta russa è aumentata di circa il 40% rispetto al dollaro raggiungendo il livello più alto dal 2015.
Anche osservando il cambio con l’Euro la situazione rimane analoga.

In questo Focus cerchiamo di capire quali siano i motivi che hanno permesso al rublo di non crollare nonostante le pesanti sanzioni imposte dai paesi occidentali.

Ci si aspettava infatti che la valuta Russa sarebbe crollata dopo che l'Occidente aveva applicato pesanti sanzioni in risposta all'invasione russa dell'Ucraina, e in un primo momento infatti è stato così.

A fine febbraio il rublo aveva perso circa il 50% del suo valore in pochi giorni, situazione che ha spinto la Russia a raddoppiare il tasso di interesse del paese, portandolo dal 9,5% al 20%.

 
L’aumento dei tassi è una manovra utilizzata per non far crollare il valore della valuta, incentivando gli investitori a scegliere asset russi. Per fare ciò gli investitori hanno bisogno di scambiare la propria valuta con i rubli, mantenendo quindi alta la domanda.

Da allora, il valore della valuta è però migliorato, al punto che la Banca Centrale russa ha abbassato il tasso di interesse ben tre volte, portandolo fino all'attuale 11%.

Adesso il rublo è diventato così forte che la Banca Centrale sta attivamente cercando di adottare delle misure per indebolirlo. Una valuta troppo forte rende infatti le esportazioni meno competitive.

Questo perché se a febbraio 2022 il cambio euro/rublo era pari a 100, ovvero per ogni euro venivano dati 100 rubli, adesso il cambio euro/rublo è pari a 55. Quindi, per acquistare lo stesso prodotto che costa 100 rubli, avremo bisogno di quasi 2 euro.

Quali sono i motivi della forza del rublo?

Entrate record dalla vendite di petrolio e gas

Ricordiamoci che la Russia ‎‎‎è ‎‎uno dei principali attori nei mercati energetici globali‎‎Rappresenta infatti uno dei ‎‎primi tre produttori di greggio al mondo‎‎, in lizza per il primo posto con l'Arabia Saudita e gli Stati Uniti.

L’economia del paese fa molto affidamento sulle entrate derivanti dal petrolio e dal gas naturale, che nel 2021 costituivano il 45% del bilancio federale russo.‎
Il principale cliente? L'Europa.

Nei primi 100 giorni della guerra Russia-Ucraina, la Federazione Russa ha incassato 98 miliardi di dollari di entrate dalle esportazioni di combustibili fossili, più della metà di questi acquisti (60 miliardi) provenienti dall’Europa.

La Russia nel primo trimestre del 2022 ha inoltre registrato il più grande surplus delle partite correnti dal 1994, e da gennaio a maggio di quest'anno il surplus è stato poco più di $ 110 miliardi, aumentato di quasi 3,5 volte rispetto al corrispondente periodo del 2021.

Questo deriva dal fatto che il valore delle esportazioni (principalmente petrolio e gas) è salito sensibilmente con l'aumento dei prezzi. Per contro, sono crollate le importazioni dopo che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno imposto sanzioni per l’invasione dell’Ucraina.

Di tutto ciò ne hanno approfittato la Cina e l'India, i paesi più popolosi del mondo, che sono corse a comprare all'incirca lo stesso volume di petrolio russo che sarebbe stato destinato all' Occidente.


Controllo sui capitali

Il Cremlino ha fatto di tutto per evitare che la valuta lasciasse il paese, con controlli sui capitali piuttosto severi non appena sono iniziate le sanzioni.

Ricorderete la richiesta di pagamento in rubli per le esportazioni di gas ai paesi “ostili”.

Per chi invece salda ancora i propri debiti in euro o in dollari, successivamente al pagamento la Banca Centrale russa impone la conversione di tali somme in rubli, al fine di sostenere il cambio della valuta russa.

La situazione economica

‎Il Ministero dell'Economia russo ha dichiarato a metà maggio che ‎‎si aspetta che la disoccupazione raggiunga quasi il 7%‎‎ quest'anno e che un ritorno ai livelli del 2021 è improbabile fino ad almeno il 2025.‎

‎Da quando è iniziata la guerra, migliaia di aziende internazionali sono uscite dalla Russia, lasciando dietro di sé un numero enorme di cittadini disoccupati.

Anche l'agenzia di statistica russa ‎‎ha riconosciuto che‎‎ il numero di russi che vivono in povertà è passato da 12 milioni a 21 milioni di persone nel Q1 2022.‎

Infine, la Russia domenica è andata in default tecnico sul suo debito sovrano in valuta estera (per la prima volta in un secolo), non essendo riuscita a colmare i pagamenti di due cedole di eurobond entro il periodo di grazia di 30 giorni.

Nonostante ciò, la valuta rimane forte. La situazione è insolita, in quanto Mosca avrebbe tutte le risorse per far fronte ai pagamenti sugli interessi, tuttavia non può farlo dal momento che Europa e Usa l'hanno esclusa dal circuito dei pagamenti internazionali.

Di fatto, secondo gli analisti, gli effetti delle sanzioni russe potranno essere osservati solo a lungo termine, e sempre su quel orizzonte temporale si potrà capire se la condizione di forza della moneta rispecchia davvero la situazione economica russa.

Per quello che abbiamo visto finora, finché ci sarà bisogno di rubli e finché la domanda rimarrà alta, la moneta russa manterrà la sua forza.

Sembra quindi che attualmente le sanzioni applicate alla Russia non abbiano avuto l’effetto sperato, ma si stiano piuttosto rivelando un boomerang per Europa e USA.