Il 2023 sui mercati: che cosa osservare?

Dec 28, 2022

Ci separano ormai pochi giorni dal canonico countdown con cui saluteremo il 2022 e daremo il benvenuto al nuovo anno.

Come da tradizione, oltre a cene con famigliari e amici, a fine anno si tirano anche le somme su quanto fatto nei 12 mesi passati e si stila una lista di buoni propositi per l’anno nuovo.

Da investitori e attenti risparmiatori, nella lista degli obiettivi futuri non potranno di certo mancare dei traguardi dal punto di vista finanziario. 

Per far sì che questi ultimi siano i più veritieri possibili, dobbiamo provare ad analizzare le varie opzioni che i mercati ci potrebbero riservare nel 2023.

Prima di immergerci in quel che sarà il 2023 analizziamo l’anno che si sta per concludere.

Senza ombra di dubbio, la traiettoria del mercato nel corso del 2022 è stata dettata dall’andamento dei prezzi e quindi dai dati sull’inflazione e anche dalle decisioni intraprese per rallentarne l’aumento.

L’obiettivo era chiaro: rallentare a tutti i costi la domanda e l’economia pur di placare l’inflazione

Quello che infatti abbiamo visto costantemente verificarsi era che a buone notizie macroeconomiche, ad esempio mercato del lavoro forte o spesa dei consumatori in aumento, i mercati rispondevano negativamente.

Il ragionamento alla base era che dati macroeconomici positivi avrebbero spinto la Fed ad essere più aggressiva, viceversa dati negativi avrebbero fatto sì che la Fed fosse più accomodante con le sue politiche.

La politica monetaria restrittiva della Fed ha infatti un impatto negativo sui listini. Come possiamo vedere dal grafico seguente, la riduzione del bilancio della Banca Centrale Statunitense (una delle due misure attuate per contrastare l’inflazione) è strettamente correlata al prezzo delle borse.

Nel 2023 le cose potrebbero tuttavia cambiare. L’inflazione è infatti ormai vista in decelerazione. I rialzi dei tassi, secondo quanto attualmente prezzato dal mercato, dovrebbero raggiungere il picco tra giugno e settembre 2023, attestandosi a circa 4,8%-4,9%.

Se così fosse, rimane quindi solo da capire quale sarà l’impatto di questi rialzi dei tassi sull’economia reale.

Dal 1955 ad oggi, solo una volta (1984) un rialzo dei tassi non è stato seguito da una recessione economica (linee verticali verdi).

In altre parole, traders e investitori potrebbero a breve cominciare a concentrarsi non più su un’inflazione elevata e tassi in aumento, ma su una recessione (che andrebbe a rallentare gli utili societari).

Rimane da capire l'entità di questa recessione: sarà un soft o hard landing?

Stando alle stime attuali, molti analisti e banche d’investimento si aspettano EPS per il 2023 tra 225-230, quindi leggermente superiori ai valori attuali.

La Fed ha invece un’altra versione dei fatti.
Dall’ultimo Dot Plot rilasciato, si nota come per i banchieri centrali i tassi aumenteranno per tutto il 2023, senza quindi alcun taglio (linea verde), a differenza invece di quello che starebbe già scontando il mercato (linea bianca).

Tuttavia, il Pivot della Fed, ovvero il momento di cessazione dei rialzo dei tassi, si è dimostrato storicamente tutt'altro che un momento positivo per i mercati.

Se quindi l’inflazione, come da molti analisti è previsto, continuerà la sua fase di decelerazione, un occhio di riguardo va dato anche alla correlazione tra obbligazioni e azioni.

Correlazione tra US CPI in ritardo di 18 mesi e crescita annua dell’offerta di moneta

Nel 2022 abbiamo infatti visto un’annata nera per un classico portafoglio 60/40, e il motivo può essere ricercato nel grafico seguente.
L'analisi di Schroders mostra che dal 1926 la correlazione equity-bond è stata positiva il 98% delle volte in cui l'inflazione annua su base quinquennale ha superato la soglia del 3%.

In altre parole, un’inflazione in decelerazione potrebbe far scendere la correlazione tra queste due asset class e di conseguenza i bond potrebbero nuovamente tornare ad avere un ruolo attivo nel ridurre la volatilità del portafoglio.

Il passato ci insegna che due annate negative consecutive per le azioni sono rare, ma possono capitare. Come si osserva, quando si sono verificate, i cali nel secondo anno sono stati sempre più profondi rispetto al primo, con una contrazione media del 24%. 

Sicuramente, un buon esercizio per capire in che punto del ciclo economico ci troviamo è osservare questo grafico e provare a capire in che stadio ci troviamo.

Tuttavia, nulla sarà mai certo, per di più nei mercati finanziari che vivono di incertezza.

Dobbiamo però “giocare con la probabilità”, cercando di mettere sul tavolo tutte le varie opzioni possibili e farci trovare pronti qualora una di queste si dovesse verificare .
Quale sarà quindi per te il tema trainante di questo 2023 e come impatterà sui mercati e sul tuo portafoglio?