I BRICS si allargano. Entro il 2050 rappresenteranno il 50% del PIL mondiale

Aug 30, 2023

I BRICS si allargano e avranno altri sei “membri effettivi” dal primo gennaio 2024: sono Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. 

Questo è quello che emerge in conclusione del summit che si è tenuto la settimana scorsa a Johannesburg, in Sudafrica.

Ma chi sono i BRICS?

Sono un gruppo di cinque grandi paesi emergenti a livello mondiale: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. 

L'acronimo "BRIC" è stato coniato nel 2001 da Jim O'Neill, economista britannico, per indicare questa coalizione di nazioni in forte crescita.

La “S” di BRIC-S è stata aggiunta solo nel 2010 con l’ingresso del Sudafrica.

Con una popolazione numerosa e risorse naturali abbondanti, ciascuno di questi paesi ha un'economia in grande sviluppo

Dal 2009, i leader dei BRICS si riuniscono annualmente in un summit durante il quale affrontano questioni comuni, promuovono la cooperazione economica e politica e discutono di temi globali come il commercio internazionale, il cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile.

Tuttavia, ogni paese ha le proprie caratteristiche e sfide, che possono creare dinamiche complesse all'interno del gruppo. 

I BRICS hanno anche creato nel 2015 una loro istituzione finanziaria, la New Development Bank (NDB), con l'obiettivo di fornire finanziamenti per progetti di sviluppo sostenibile nei paesi membri e in altre economie emergenti. La NDB si pone come alternativa alle istituzioni finanziarie dominate dagli Stati Uniti, quali il FMI e la Banca Mondiale. 

I 6 nuovi membri

La settimana scorsa i paesi BRICS si sono riuniti per il 15° vertice annuale dei leader dell'alleanza. 

Sono diverse le nazioni del Sud del mondo che hanno formalmente chiesto di aderire al blocco, e molte altre ne hanno espresso il loro interesse. Il gruppo fino ad ora non aveva avuto nuove ammissioni dal 2010, quanto ad entrare fu il Sud Africa.

Alla conclusione del summit la decisione presa è stata quella di inserire nei BRICS Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Emirati Arabi e Arabia Saudita. L’adesione avrà effetto dal primo gennaio 2024, come precisato dal presidente sudafricano Cyril Ramaphosa.

L’allargamento con altri sei Paesi “rappresenta un nuovo capitolo nella collaborazione tra i Paesi emergenti e in via di sviluppo”, ha aggiunto il presidente cinese Xi Jinping, esprimendo soddisfazione per gli accordi raggiunti.

Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha evidenziato che con i nuovi ingressi il gruppo arriverà a rappresentare il 36% del Pil mondiale e il 46% della popolazione globale, come mostra il grafico di Bloomberg di seguito.

Impatti di questa decisione

L’inclusione dell’Arabia Saudita, il più grande esportatore di petrolio del mondo, insieme a Russia, Iran, Emirati Arabi Uniti e Brasile, riunisce molti dei maggiori produttori di energia. 

Il nuovo gruppo BRICS rappresenterebbe ora quasi il 42% della produzione globale di petrolio greggio.

Secondo alcuni economisti, visto che la maggior parte del commercio energetico mondiale avviene in dollari, questa espansione potrebbe spingere questi paesi a fare più scambi in valute alternative.

Tuttavia, va fatta una distinzione tra la potenza del dollaro USA come valuta commerciale e come valuta di riserva.

Nel primo caso l’egemonia nel tempo potrebbe anche essere erosa, dato l'aumentare delle nazioni che cercano un’alternativa.

Tuttavia, ad ora, nessun altro paese o gruppo di paesi ha le dimensioni e la credibilità istituzionale per rivaleggiare con il dollaro come valuta di riserva di valore.

Come vediamo infatti dal grafico seguente, il ruolo internazionale del dollaro è ancora dominante sotto moltissimi aspetti.

Nonostante la quota del dollaro sul totale delle riserve globali sia in calo rispetto al 73% del 2001, rimane ancora il metodo di pagamento più utilizzato al mondo.

Sul fronte valutario si è espressa anche Dilma Rousseff, l'ex leader brasiliana a capo della New Development Bank, che ha dichiarato che l'istituto di credito sta valutando le domande di adesione di circa 15 paesi. Ha rifiutato di nominare i paesi, ma ha affermato che è una priorità per la NDB diversificare la propria rappresentanza geografica. 

NBD si aspetta inoltre di concedere prestiti tra gli 8 e i 10 miliardi di dollari quest’anno. Aggiungendo che il loro obiettivo è raggiungere circa il 30% di tutto ciò che prestiamo nella valuta locale.

È innegabile che il peso dei BRICS a livello mondiale stia aumentando, basti pensare che attualmente valgono oltre il 30% del Pil globale, rispetto al 15% detenuto 20 anni fa.

In questi dati non va però trascurato che il PIL cinese, da solo, pesa più di quello degli altri partner messi insieme.

I nuovi paesi BRICS rappresentano il 3,7% delle esportazioni globali...

...e il 3,0% delle importazioni globali.

Dalla parte opposta abbiamo il G7, ovvero il gruppo dei sette maggiori Stati economicamente avanzati del pianeta, ossia: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d'America, il cui PIL combinato è di circa il 45% di quello globale.

In conclusione quindi, se i BRICS allarganti dovessero funzionare, potrebbero avere un ruolo sempre più determinate nel contesto globale.

Tuttavia, sono da considerare anche le tante criticità, trattandosi infatti di paesi con crescite molto diverse fra loro, diverse visioni politiche ed economiche e sugli obiettivi da perseguire.