I Bond Vigilantes tornano in azione

Nov 23, 2022

Chi sono i Bond Vigilantes e perché ora se ne torna a parlare?

Un bond vigilante è un investitore/trader che minaccia di vendere (e in realtà in molti casi vende effettivamente) una grande quantità di obbligazioni per protestare e segnalare disapprovazione verso determinate politiche attuate da chi emette le obbligazioni stesse. 

La vendita di obbligazioni a sua volta deprime i prezzi, spingendo i tassi di interesse verso l'alto e rendendo quindi più costoso per l'emittente fare ulteriori prestiti.

Tuttavia, con il termine Bond Vigilantes non si fa riferimento solo a piccoli investitori retail, ma soprattutto a grandi investitori istituzionali, compagnie assicurative e hedge fund che acquistano titoli di Stato a volte con molta leva finanziaria e tramite derivati complicati.

Il termine Bond Vigilantes è stato inventato dall'investitore Ed Yardeni nel 1983. All'epoca, c'era molta preoccupazione per l’inflazione negli Stati Uniti (esattamente come ora). La Fed a suo tempo era rimasta inizialmente piuttosto accomodante, lasciando i tassi così com'erano. 

Arrivarono quindi i vigilantes che, per protestare contro questa decisione, ritenendo che i tassi dovessero essere molto più alti per frenare le pressioni inflazionistiche, cominciarono a vendere in massa i titoli di stato, facendo di conseguenza aumentare i tassi.

La Fed diede quindi seguito ai segnali mandati dai vigilantes, rendendo la sua politica monetaria più aggressiva.

Ed Yardeni all'epoca affermò che se non saranno le autorità fiscali e monetarie a regolare l'economia, lo faranno gli investitori obbligazionari.

Dopo gli anni 90 i vigilantes sono rimasti per lo più in disparte. Ciò fu dovuto, parzialmente, al fatto che l'inflazione rimase notevolmente contenuta. Inoltre, in risposta alla crisi finanziaria e poi alla pandemia, le banche centrali tennero sotto controllo i vigilantes obbligazionari attuando politiche di tassi a zero e quantitative easing.

L’inflazione, che dal 2021 è tornata però a farsi sentire, costringendo le banche centrali a inasprire le loro politiche monetarie, ha fatto sì che i vigilantes si risvegliassero.

Le menzioni da parte dei notiziari del termine sono fortemente aumentate, come possiamo osservare dal grafico seguente.

Quello che è successo nel Regno Unito ne è stato un esempio.

All'inizio di settembre, Liz Truss, ormai ex primo ministro del Regno Unito, ha annunciato un piano da miliardi di sterline per sovvenzionare le bollette energetiche dei cittadini. Solo la settimana successiva, Kwasi Kwarteng, anche lui ormai ex cancelliere britannico, ha proposto un piano per rilanciare l'economia tagliando le tasse. Tutte queste spese sarebbero state fatte creando un deficit, ovvero ricorrendo a nuovo debito. 

Le manovre che il governo voleva attuare erano quindi totalmente in contrasto con gli sforzi della Banca d'Inghilterra, che stava invece attuando una politica restrittiva per domare l'inflazione.

In altre parole, le autorità fiscali stavano spingendo verso nuovi stimoli fiscali nello stesso momento in cui i responsabili delle politiche monetarie tiravano il freno. 

A opporsi a queste decisioni c'erano anche gli investitori obbligazionari, che hanno iniziato a vedere obbligazioni sul mercato, spingendo di conseguenza i tassi di interesse dei Gilt verso l’alto.

Tutto ciò ha messo in grosse difficoltà i fondi pensione del paese, tanto da spingere la Bank of England ad intervenire, comprando obbligazioni e calmando il mercato.

A seguito di queste decisioni, Truss ha licenziato il cancelliere Kwarteng, nominando Jeremy Hunt come nuovo cancelliere. Da subito, Hunt ha annunciato l'abolizione di quasi tutti i tagli fiscali introdotti con la mini manovra lanciata precedentemente dal governo britannico.

Dopo pochi giorni da questa decisione anche Liz Truss decise di dimettersi, dopo solo 44 giorni dalla sua nomina.

Le vendite dei Bond Vigilantes hanno quindi spinto il governo prima a tornare sui propri passi e poi a direttamente a dimettersi.

Quanto accaduto ci permette di fare alcune considerazioni.

Nella situazione attuale, più che mai, il mercato obbligazionario riveste una posizione estremamente importante soprattutto per i paesi e le società sovraindebitati.

Senza dubbio il caso Regno Unito ha delle dinamiche particolari, soprattutto per quanto riguarda la struttura dei fondi pensionistici.

Il paragone tra quanto accaduto oltremanica e la situazione italiana sarebbe quindi in parte sbagliato.

Ricordiamoci però che il nostro paese altamente indebitato dovrà fare i conti con dei rendimenti obbligazionari che non si vedevano dal 2012.  Attualmente i BTP a 10 anni sono quasi al 4%. 

L’Italia dovrà rifinanziare 245 miliardi di euro di titoli di Stato in scadenza l'anno prossimo e 230 miliardi di euro nel 2024. 

Il problema non sussiste solo per l'Italia. Sono infatti diversi i paesi che potrebbero trovarsi in forte difficoltà a ripagare il debito con l’aumento dei tassi di interesse.

I bond vigilantes potrebbero quindi comparire anche altrove, su altri mercati. Tutto ciò potrebbe far si che dei rischi specifici diventino rischi sistemici.

L’illiquidità dei mercati è infatti un problema da non sottovalutare.

Di conseguenza, non è da escludere che alzando troppo i tassi si crei una situazione di instabilità finanziaria.

In un panorama del genere le banche centrali potrebbero non avere altra scelta che intervenire sui mercati per evitare un crollo finanziario, mettendo in secondo piano il controllo dell’inflazione.