I 10 giorni che hanno scosso il Regno Unito

Oct 12, 2022

Sono state giornate molto movimentate quelle che il Regno Unito ha dovuto affrontare nelle ultime due settimane. La sterlina è infatti scivolata bruscamente vicino alla parità con il dollaro e i tassi di interesse sono aumentati a un ritmo che non si vedeva da anni.

Andiamo a scoprire cosa è successo.

Ricapitolando.

Il 23 settembre il governo britannico ha presentato un piano di tagli alle tasse pari a 45 miliardi di sterline, il più grande degli ultimi cinquant’anni. 

Tra le misure annunciate dal cancelliere Kwasi Kwarteng c’è stata la riduzione al 19 per cento dell’aliquota minima all'imposta sui redditi delle persone fisiche, mentre quella massima passa dal 45 al 40 per cento. Inoltre, sono state introdotte varie misure a sostegno di aziende e famiglie per limitare il costo dell’energia.

Nei giorni successivi all'annuncio, però, i mercati e gli investitori hanno mostrato il loro dissenso a queste manovre.

La sterlina si è fortemente svalutata nei confronti del dollaro, scendendo al livello più basso dal 1985. Viceversa, sono invece aumentati i tassi d’interesse applicati ai gilt, i titoli di stato britannici, che sono balzati al livello più alto dal 2008.

Da un lato, infatti, la Banca d’Inghilterra fino ad ora aveva cominciato a mettere in atto una politica monetaria restrittiva al pari degli Stati Uniti e della BCE, per placare un’inflazione sempre più incontrollabile. 

Dall'altra parte c’è però il Governo, che con piani fiscali da circa 72 miliardi di sterline vuole supportare l’economia. 

La principale reazione negativa dei mercati è proprio legata al fatto che il governo volesse finanziare le proprie manovre ricorrendo in gran parte al debito.

Passiamo poi a mercoledì 28 settembre, quando a causa dell'estrema volatilità del mercato dei gilt, alcuni dei fondi pensione (che detengono in portafoglio asset per 1.700 miliardi di sterline) sono stati spinti verso una crisi di liquidità e la Banca d'Inghilterra ha lanciato un intervento di emergenza da 65 miliardi di sterline. La banca centrale è stata quindi a tutti gli effetti costretta a salvare l'economia britannica dalle azioni del proprio governo.

Le manovre intraprese dal Governo hanno agitato persino il Fondo Monetario Internazionale, che ha dichiarato di non raccomandare agli stati grandi programmi di spesa, date le preoccupazioni sull'inflazione in molti paesi.

Come si può vedere dal grafico seguente, a seguito dell’intervento della BOE il rialzo dei rendimenti si è invertito, tornando ai valori iniziali.

Infine, lunedì 3 ottobre, dopo 2 settimane di altissima volatilità, il ministro delle Finanze inglese ha comunicato l'annullamento di qualsiasi proposta di abolizione dell'aliquota massima per i ricchi.

Il dietrofront ha permesso alla sterlina, dopo 10 giorni, di tornare ai valori di fine settembre.

Cosa aspettarsi ora?

A seguito delle prime decisioni intraprese sui tagli fiscali, le agenzie di rating S&P Global e Fitch hanno modificato da “stabile” a “negativo” l'outlook sui rating sovrani della Gran Bretagna. Un avvertimento è arrivato anche da Moody’s.

Per quanto riguarda la Bank of England, l’intervento effettuato per calmare i mercati avrà probabili conseguenze sul futuro andamento della politica monetaria. I funzionari potrebbero decidere di essere più aggressivi con i prossimi rialzi, già a novembre.

D’altra parte, come spesso accade, sono bastate solo le dichiarazioni della BOE per tranquillizzare i mercati. La Banca d'Inghilterra ha infatti comprato poche obbligazioni, con una media di soli 1,21 miliardi di sterline al giorno, invece dei 5 miliardi di sterline al giorno previsti.

Nonostante ciò, a inizio di questa settimana, la BOE ha annunciato la volontà di estendere le misure a sostegno del mercato obbligazionario fino all'inizio del mese prossimo.
Dal punto di vista politico è crollata la fiducia verso il nuovo governo, insediatosi da poco più di un mese.

Osservando invece i mercati, il mondo delle opzioni vede da qui a un anno la sterlina ancora vicina a valori minimi, con gli Hedge Fund che hanno quasi cancellato le loro scommesse al rialzo sulla valuta, stando agli ultimi dati CFTC.

Il sentiment generale rimane quindi incredibilmente fragile nonostante l’inversione a U fatta dal cancelliere Kwarteng sui tagli alle aliquote, che riguardano però solo una piccola parte del pacchetto fiscale complessivo.