Gli Italiani sono finanziariamente educati?

Jan 25, 2023

Spoiler: purtroppo no.

Quotidianamente ci troviamo di fronte a delle decisioni che per essere affrontate al meglio necessitano di una buona educazione economica-finanziaria. 

Dal comprare o affittare casa, passando per diversificare i propri investimenti o scegliere un conto deposito. Sono tutte occasioni in cui avere dimestichezza con la materia può tornare molto utile.

Questo non vuol dire che tutti debbano essere degli investitori o dei banchieri, ma che è necessario avere delle conoscenze di base per capire se quello che i consulenti ci stanno offrendo è vantaggioso solo per loro o anche per noi.

Non esiste tuttavia un indice mondiale che misura l’educazione finanziaria. Osservando però diversi report e indagini fatte nel corso degli anni, il posizionamento dell'Italia è abbastanza deludente.

Un’indagine condotta dalla Banca d’Italia nel 2020 su un campione complessivo di circa 2.000 individui rappresentativo della popolazione adulta italiana ha mostrato che il livello medio di alfabetizzazione finanziaria degli italiani è pari a 11,2, in una scala che va da 1 a 21.

Il punteggio è ottenuto sommando tre componenti: conoscenze finanziarie, comportamenti finanziari e attitudini finanziarie.

Nel grafico seguente osserviamo i risultati delle tre componenti. Come possiamo vedere nel caso del “comportamento”, che riguarda la gestione delle risorse finanziarie nel breve e nel lungo termine, siamo addirittura tornati ad un livello più basso rispetto al 2017 (anno precedente in cui è stato svolto il test).

Il report mostra inoltre che i laureati hanno un grado di alfabetizzazione finanziaria più alto rispetto agli individui con livelli di istruzione più bassi.

Per quanto riguarda l’età invece, l’alfabetizzazione finanziaria è più elevata tra i 35 e i 44 anni; è invece bassa nelle persone con meno di 35 anni.

L’alfabetizzazione degli uomini si conferma più elevata rispetto a quelle delle donne. Lo stesso è vero per i residenti nel Centro-Nord rispetto a quelli del Mezzogiorno. 

Anche il confronto internazionale è abbastanza deludente.

Nel 2020 l’Italia si conferma, come nel 2017, in coda alla classifica stilata dall’OCSE.

Un'indagine più recente basata sulla consapevolezza (Awareness) e la compostezza comportamentale (Behavioural), condotta da Alleanza Assicurazioni, Fondazione Mario Gasbarri con la collaborazione scientifica di SDA Bocconi School of Management, ha mostrato più o meno quanto esposto sopra.

In particolare, L’Edufin Index, composto dalla media semplice delle due componenti sopra indicate, mostra un livello di 55 su 100 per l’Italia, ovvero sotto la sufficienza.

Nello specifico l’Awareness Index, ovvero quanto gli italiani sono consapevoli in materia finanziaria, raggiunge un livello di 51 su 100. Il Behavioural Index, cioè come si comportano e cosa “fanno” gli italiani quando prendono decisioni relative alle proprie finanze, si attesta ad un livello di 58 su 100.

Secondo l’S&P Global FINLIT Survey i paesi con i più alti tassi di alfabetizzazione finanziaria sono Australia, Canada, Danimarca, Finlandia, Germania, Israele, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Regno Unito, dove circa il 65% sono finanziariamente alfabetizzati. All’opposto, l'Asia meridionale ha i punteggi di alfabetizzazione finanziaria più bassi, dove solo un quarto degli adulti, o meno, sono finanziariamente alfabetizzati.

E l’Italia?

Anche in questo studio l’Italia si posiziona in basso, con un tasso di alfabetizzazione pari al 37%.

Globalmente la situazione non è migliore: solo il 33% della popolazione mondiale è finanziariamente alfabetizzata (35% tra gli uomini e 30 tra le donne).

In tutto ciò va considerato che gli italiani sono invece molto bravi a risparmiare. Secondo un'analisi della Federazione Autonoma Bancari Italiani, la ricchezza finanziaria nel 2021 era pari a 5.256 miliardi (+50% dal 2011).

Tuttavia, come si osserva dalla tabella seguente, la liquidità resta la forma preferita di allocazione del risparmio.

L’obiettivo del nostro canale YouTube, di questa Newsletter e di tutte le altre attività che verranno intraprese in futuro è quello di migliorare il posizionamento dell’Italia in queste classifiche, ovvero, di rendere chi ci segue il più consapevole possibile in ambito economico e finanziario.