E se la recessione più annunciata della storia non si dovesse verificare?

Feb 28, 2023

Non dobbiamo tornare molto indietro per leggere dai report delle principali banche e società d’investimento che il 2023 sarebbe stato l’anno della recessione globale.

Il pessimismo che circolava ha contagiato anche i mercati mondiali, con traders e investitori che avevano cominciato a posizionarsi scontando uno scenario di rallentamento economico. 

Oggi, a distanza di qualche mese, i mercati ci stanno mostrando tutta un’altra storia.

I principali listini Europei sono ormai prossimi a raggiungere nuovi massimi, con l’indice UK 100, che li ha già raggiunti da un paio di settimane.

Negli Stati Uniti non siamo agli stessi livelli, ma abbiamo comunque visto un rialzo del 14% dai minimi di ottobre.

Tutto ciò quindi cosa vuol dire? Il peggio è passato?

Si è tanto sentito parlare qui, sul canale, e un po’ ovunque di come diversi indicatori e sondaggi stessero segnalando una recessione nel breve.

Solo per citarne qualcuno: 

  • L’inversione della curva dei rendimenti.
  • Il Leading Economic Indicator
  • Il sondaggio NFIB Small Business, rappresentativo del sentiment delle piccole imprese statunitensi che è ai minimi decennali

E ancora tanti altri…

Potrebbe quindi essere assurdo vedere il sentiment delle piccole imprese così in basso, mentre allo stesso tempo il tasso di disoccupazione è al suo livello più basso dal 1969.

La disoccupazione è sicuramente un tassello mancante. Come possiamo vedere con l’aiuto del grafico seguente, le recessioni (linee verticali) si verificano in concomitanza di un aumento del tasso di disoccupazione.

Nella maggior parte dei casi, la disoccupazione aumenta proprio quando la recessione era già in corso. 

Tuttavia, nelle ultime settimane le prospettive di crescita economica sono state riviste al rialzo.

È il caso della Fed di Atlanta, che ora si aspetta che il PIL negli Stati Uniti sarà pari al 2,8% nel primo trimestre del 2023, in forte aumento del 0,7% di inizio anno, come mostra la linea verde nel grafico seguente.

Gli investitori, e di conseguenza i mercati in cui si rispecchiano le loro operazioni, hanno così iniziato a prevedere uno scenario in cui è scongiurato il rallentamento economico.

Quanto segue può darci un’idea di che scenario si aspetti il mercato in base a quali asset performano meglio o peggio.

Questo attuale terzo scenario di “No landing” di fatto include un'economia forte, un mercato del lavoro resiliente e un'inflazione che non scompare.

Mentre l'idea di non dover far atterrare l'aereo sembra a prima vista positiva, ciò implica anche un'inflazione in ripresa e tassi più alti che potrebbero mettere in difficoltà le azioni e il mercato del credito.

Se questo scenario dovesse verificarsi, non ci sarebbe nessun motivo per cui la Fed dovrebbe abbassare i tassi e tantomeno smettere di ridurre la liquidità.

Ancora una volta, il confronto con gli anni 70 può rendere bene l’idea. 

Allora, l’inflazione era stata più persistente del previsto a scomparire, e anche quando sembrava che si fosse placata, si assistette a nuove impennate dei prezzi.

E se invece di una vera e propria recessione gli Stati Uniti sperimentassero una "recessione a rotazione" in cui settori differenti rallentano in fasi differenti?

Nessuno può dare una risposta certa a questa domanda, quello che possiamo fare però è dare uno sguardo al passato.

Il grafico che ora andremo ad osservare mostra come le azioni si sono comportate tra l’anno precedente e quello successivo alle ultime 10 recessioni. 

Tieni presente che il National Bureau of Economic Research (NBER), ovvero l'organizzazione che, in base ad una serie di dati, valuta se annunciare o meno una recessione, non cerca mai di prendere decisioni in tempo reale. Spesso, anzi, la recessione viene comunicata quando è già in corso, poiché ci vuole un po’ di tempo per accumulare prove definitive di un rallentamento economico.

Ad ogni modo, in media, l'indice S&P 500 ha perso il 4% nell'anno precedente ad ogni recessione, mentre i primi sei mesi dopo l'inizio di una recessione hanno registrato una perdita media del 5%.

Un anno dopo l'inizio, invece, l'S&P 500 era solo leggermente in calo (-0,9%). 

Voglio lasciarti con questo articolo molto interessante in cui il presidente della Fed di Dallas ci fa notare come le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti si stiano allentando e come l'economia sembra essere diretta verso un atterraggio morbido (soft landing).E questo è, infatti, uno dei possibili scenari attuali di cui abbiamo parlato in questo focus. 

C’è solo un problema, l'articolo è datato settembre 2007 e solo pochi mesi dopo, come noto a tutti, si è verificato uno dei più grandi crolli dei mercati e una delle più pesanti recessioni economiche della storia mondiale.

In conclusione, cercare di prevedere lo scenario economico è un esercizio molto difficile anche per chi lo fa di lavoro.

Tuttavia, bisogna comunque avere una visione chiara di quali potranno essere i diversi scenari che potrebbero accadere, oltre ad essere pronti ad affrontarli qualora si verificassero.