Come una voce di corridoio ha innescato un rally sui titoli cinesi

Nov 09, 2022

Sono ormai passate più di due settimane da quando Xi Jinping ha ottenuto lo storico terzo mandato consecutivo da segretario del Partito Comunista Cinese.

La domanda che tutti gli investitori si stanno chiedendo ora è se la politica zero covid intrapresa dalla Cina continuerà ancora a lungo.

La linea intrapresa dal paese consiste in un’aggressiva azione di test di massa, tracciamento e messa in quarantena di intere parti di popolazione, anche in assenza di sintomi.

Un esempio è quanto accaduto nella provincia di Henan, in cui vivono cento milioni di persone, dove poche decine di casi hanno comportato l’isolamento di intere città.

O ancora, il lockdown a cui sono stati sottoposti i 25 milioni di abitanti di Shanghai in primavera, che ha paralizzato un intero paese e l’economia globale.

Tutto ciò ha avuto ovviamente delle ripercussioni importanti anche sulla crescita del paese.

La Banca Mondiale prevede che lo sviluppo economico della Cina toccherà appena  il 2,8% quest'anno e che, anche se salisse al 4,5% come previsto per l'anno prossimo, sarebbe comunque inferiore al tasso di crescita annuale del 5% necessario per raddoppiare le dimensioni dell'economia della nazione entro il 2035, come promesso da Xi.

I mercati hanno infatti mostrato dissenso alla rielezione, scontata, di Xi, subendo uno dei peggiori giorni di negoziazione di sempre dopo la conclusione del congresso del partito. L’Hang Seng Index è sceso infatti a livelli che non si toccavano dal lontano 2008.

Tuttavia, qualcosa è accaduto martedì 1 novembre, quando le azioni cinesi hanno intrapreso un rally al rialzo.

Sui social media sono infatti cominciate a circolare alcune voci, non verificate, secondo cui si stesse formando un comitato per la valutazione degli scenari di uscita dalle politiche zero Covid.

Di conseguenza, tutti i listini hanno cominciato a salire, con l'indice Hang Seng China Enterprises che ha chiuso la miglior settimana dal 2015, mentre l'indice Hang Seng Tech ha guadagnato il 7,8%.

La reazione del mercato ha mostrato quanta attesa ci sia per la riapertura dell’economia cinese, dopo mesi in cui gli investitori non hanno fatto altro che disinvestire capitali nel paese.

Secondo il Wall Street Journal, nel solo mese di ottobre i deflussi dai mercati azionari cinesi sono stati pari a 7,9 miliardi di dollari. 

Il 24 ottobre, primo giorno di negoziazione dopo la chiusura del Congresso nazionale del Partito comunista cinese, gli investitori hanno ritirato $ 2,5 miliardi di dollari, il più grande deflusso giornaliero dalla fine del 2014.

Tuttavia, le voci su un possibile rallentamento della politica zero Covid della Cina sono state smentite poco dopo. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha infatti affermato di "non essere a conoscenza" di tale comitato per allentare le restrizioni contro il virus.

Gli operatori hanno continuato a speculare sul fatto che il paese avrebbe allentato la sua rigida posizione zero-Covid anche nei giorni successivi, nonostante le continue negazioni da parte dei funzionari, che hanno invece affermato che nessun cambiamento nella politica Covid fosse imminente.

La conferma di come la politica del paese sia ancora molto restrittiva si è osservata pochi giorni dopo, quando la Cina ha imposto un blocco di sette giorni nell'area di Zhengzhou (sede della più grande fabbrica di assemblaggio di iPhone, gestita da Foxconn).

Nonostante i tanti dubbi che gli investitori hanno attualmente sulla Cina (solo per citarne alcuni: delisting, Taiwan e politica zero Covid), quello che si osserva è che la voglia di tornare a investire nel paese asiatico è ancora tanta.

Tutto ciò è confermato soprattutto dai brevi rally ottimistici che i mercati compiono ogni volta che si diffonde qualche notizia positiva o presunta tale.

Non dobbiamo infatti dimenticarci dell’importanza della Cina nel contesto globale. Si tratta della seconda economia al mondo, di un paese leader in molti settori e di un punto nevralgico per la produzione e il transito di molti beni.