BlackRock contro Goldman Sachs: sfida al portafoglio 60/40

Mar 22, 2023

C’è chi lo considera antiquato e non più adatto all’attuale contesto economico e chi invece pensa possa essere un portafoglio che potrà ancora portare ottimi risultati agli investitori di tutto il mondo.

Di cosa stiamo parlando?

Del 60/40: un portafoglio composto dal 60% di azioni e dal restante 40% di obbligazioni.

Questo rappresenta una delle opzioni più popolari per gli investitori che cercano un equilibrio tra rischio e rendimento, combinando la crescita potenziale delle azioni con la stabilità delle obbligazioni. 

Risulta essere inoltre il punto di partenza per la costruzione di portafogli più complessi e con altri strumenti finanziari.

Ma come funziona?

La logica che sta dietro il portafoglio 60/40 è che quando gli asset più volatili, come le azioni, vengono venduti a causa di rallentamenti economici, gli asset meno volatili, come le obbligazioni, si apprezzano. 

Questo si traduce nel fatto che mentre le azioni tendono a soffrire in una recessione a causa della minore crescita economica, le obbligazioni possono invece salire dal momento che le banche, in genere, tagliano i tassi di interesse per sostenere l'economia.

Quando i tassi di interesse vengono tagliati, i rendimenti obbligazionari diminuiscono, ma i prezzi delle obbligazioni salgono. Ciò permette di ammortizzare i rendimenti complessivi quando le azioni sono in calo.

La diversificazione che questo portafoglio offre ha uno storico molto convincente dalla sua parte. 

Dal 1929, ci sono stati solo 4 anni in cui le obbligazioni non sono salite quando le azioni sono scese. 

Vediamo nel dettaglio…

Nel 1931 abbiamo assistito a una crisi valutaria che ha costretto la Gran Bretagna ad abbandonare il gold standard. Nel 1941 quando gli Stati Uniti entrarono invece nella seconda guerra mondiale

Esclusi questi due anni con circostanze molto uniche, passiamo al 1969-70.

In quel periodo, una combinazione di molti fattori, tra cui una politica monetaria accomodante, generosi stimoli fiscali e interruzioni dell'approvvigionamento energetico, ha scatenato un decennio di inflazione elevata.

Ti suona familiare? Molti di questi fattori si sono presentati anche nel 2022. Non a caso, il quarto anno in cui le obbligazioni non sono salite quando le azioni sono scese è proprio l'anno scorso. Obbligazioni rappresentate dall’indice Bloomberg U.S. Aggregate Bond. Azioni dall'indice S&P 500.

La lezione che ci possiamo portare a casa dal 1969-70 è che le obbligazioni possono essere un ottimo asset per diversificare quando la crescita economica sta rallentando, ma non necessariamente quando l'inflazione è in aumento. 

Con i due grafici di seguito cerco di rendere più chiaro questo concetto.
Partiamo dalla crescita economica. Come possiamo vedere da questo primo grafico, man mano che le condizioni economiche peggiorano (linea rossa), diminuisce anche la correlazione esistente tra bond e azioni (linea grigia).

Per quanto riguarda l’inflazione invece, consideriamo esattamente quello che è successo nel 2022. La crescente preoccupazione per i prezzi al rialzo ha spinto la Fed ad aumentare i tassi di interesse, spingendo al ribasso le azioni e allo stesso tempo anche le obbligazioni, il cui prezzo si muove in maniera opposta rispetto ai rendimenti.
Come mostra questo studio di UBS, gli anni contraddistinti da alta inflazione hanno anche coinciso con un’alta correlazione tra obbligazioni e azioni. 
Come possiamo ben intuire il 2022 è stato negativo per tutti coloro che si erano affidati a questo tipo di portafoglio, con un calo del 16,9%, superato solo dal 20,1% del 2008.Va però considerato che nel 2008 il calo è stato guidato principalmente dalle azioni, mentre il Bloomberg Agg (Bond) è aumentato del 5,2%. Le obbligazioni, in quella occasione, hanno offerto un certo supporto contro il crollo delle azioni. Nel 2022, invece, la storia è stata tutt'altra, con le obbligazioni che hanno registrato una delle peggiori annate di sempre.

Date queste dinamiche viene da chiedersi se sia giunto il momento di un nuovo approccio al portafoglio o se il 2022 sia stato solo un anno molto negativo.

Sulla questione si stanno interrogando anche i nomi più noti dell'asset management e dell'investment banking, assumendo posizioni opposte nel dibattito.

BlackRock afferma che le perdite mostrano che la struttura è obsoleta. 

Goldman esita, sostenendo invece che le performance del 2022 siano inevitabili e fisiologiche in qualsiasi strategia e che il 60/40 rimane un valido approccio di base. 

Strateghi, altri grandi gestori di fondi e banche si sono schierati da entrambe le parti.

In un certo senso, quello che BlackRock sta considerando è che se ci stiamo dirigendo verso un futuro più inflazionistico avrà senso detenere meno obbligazioni, poiché ciò potrebbe rappresentare un freno a mano al tradizionale portafoglio azionario-obbligazionario.

Se così dovesse essere, potremmo essere diretti verso una cosiddetta “decade perduta” per il 60/40. D’altra parte, c’è anche la visione opposta, che sostiene che dopo un calo così importante, come accaduto nel 2008, il contesto attuale potrà rappresentare un buon punto per cominciare ad accumulare posizioni su queste asset class.

Lascio a te scegliere da che parte schierarti.